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Airone

Airone

Si distingue dagli altri aironi per le grandi dimensioni (90-98 cm di lunghezza). Ha una livrea grigio cenere (da cui il nome). Le parti superiori sono grigie, il collo e la testa bianchi con una striscia nera sulla nuca. Il lungo e affilato becco è giallastro, le grandi zampe brunastre, ma entrambi diventano di colore rossastro in primavera. Il volo è potente, con lenti e profondi battiti di ala. L'apertura alare, nei maschi adulti, in taluni casi può raggiungere 2 mt.di ampiezza. La silhouette in volo è caratteristica, tiene la testa arretrata tra le spalle, come a formare una "S", e le zampe estese. Frequenta stagni, risaie, prati allagati, canali, fiumi, laghi, e coste marine. Se ne sta immobile per lungo tempo nell'acqua bassa nell'attesa della preda, di solito costituita da rane, pesci, rettili, che cattura con un fulmineo colpo del lungo becco. Nidifica in colonie con altri aironi (garzaie), predilige costruire il nido su alberi alti, ad almeno 25 mt.di altezza. Anche se vi sono casi in cui i nidi sono posti su alberi più bassi o nei canneti. Il suo areale di nidificazione è il più settentrionale tra quello degli Aironi Europei, quindi alcune popolazioni sono soggette ad un elevato tasso di mortalità negli inverni più rigidi. Comunque è riscontrato che, in questo caso, la specie ha forti capacità di recupero nella consistenza numerica, tanto da diventare l'airone più diffuso nelle aree nord occidentali europee.

Aquila Reale

Aquila reale

Di grandi dimensioni, ha un'apertura alare che nella femmina (come in quasi tutti i rapaci, più grande del maschio) può sfiorare i due metri e mezzo, per oltre sei chili di peso.

Di aspetto maestoso, ha il piumaggio di colore marrone con riflessi dorati. Il becco è forte e ricurvo e le robuste zampe sono ricoperte di piume e fornite di fortissimi artigli. Si distingue per le grandi dimensioni, il volo volteggiante e scivolante con rari battiti d’ala.

L'aquila reale, vera e propria sovrana degli uccelli, è l'aquila più diffusa nell'emisfero settentrionale e preferisce gli ampi spazi, soprattutto se montagnosi.

Si tiene lontana dalle zone troppo boscose e abita solitamente l'area al di là del limite degli alberi, ma subito sotto il livello delle nevi perenni.

Evita in genere le regioni intensamente popolate e i terreni agricoli, forse a causa della persecuzione da parte dell'uomo e dell'avvelenamento da agenti chimici, che in passato ha drasticamente diminuito il numero dei volatili.

L'aquila reale è assente anche nelle pianure, nelle praterie e nelle steppe, poiché questi tipi di territorio offrono pochi punti elevati da cui sia possibile individuare una preda senza alzarsi in volo.

Nel suo territorio una coppia di aquile può avere fino a 12 nidi, costruiti sui dirupi o fra i rami di alberi alti e antichi. Ogni primavera la coppia sceglie un nido e lo rinnova con ramoscelli freschi. La covata ha luogo da gennaio fra gli esemplari che abitano le zone più calde, e da maggio per quelli che abitano le regioni più fredde.

La femmina cova il primo uovo immediatamente e ne depone un secondo dopo 2-5 giorni. Il maschio in questo periodo frequenta poco il nido ma, quando il primo pulcino esce dall'uovo, egli comincia a portare del cibo, che la femmina spezzetta per il piccolo. Nel momento in cui il secondo uovo si schiude il primo nato sta già crescendo velocemente e capita che, negli anni in cui il cibo è più scarso, il primo uccide il secondo nato; ciò garantisce che almeno un pulcino riceva abbastanza cibo per sopravvivere.

La dieta di un'aquila reale varia molto a seconda del tipo di territorio. Le prede tipiche vanno dai mammiferi di taglia piccola e media agli uccelli: conigli, lepri, scoiattoli, marmotte, piccoli daini, galli cedroni, pernici e fagiani.

La prede di solito viene avvistata dall'aquila mentre sorvola bassa il terreno, che controlla scrupolosamente(è provvista di vista acutissima); poi, in veloce planata, cala sulle sue vittime e le ghermisce con gli artigli. Gli uccelli, invece, possono essere afferrati anche in volo. Le prede vengono dilaniate dai potenti artigli dotate di acuminate unghie posteriori che perforano il corpo della vittima uccidendola in breve tempo.

Cervo

Cervo

Il cervo abita di norma foreste di conifere, in base alle stagione si sposta, in mancanza di cibo può spostarsi fino nei pressi dei centri abitati per poi spostarsi nelle stagioni calde fino al limite arboreo.
I maschi si distinguono dalle femmine per le corna (palchi) imponenti e ramificate, la dimensione varia dall’età e dalla condizione fisica/nutrizionale, le corna vengono perse e ricrescono nel periodo primaverile per essere pronte nel periodo autunnale, quando i maschi che di norma vivono solitari si ricongiungono con il branco ( di femmine e piccoli ) nel periodo della riproduzione.
Le femmine hanno una gestazione di 33/34 settimane e di norma nasce un solo cerbiatto, il cerbiatto nasce con un mantello rossastro con puntini bianchi, che verranno poi persi con il cambiare del mantello e il raggiungimento dell’età adulta.
Durante la riproduzione i maschi emettono versi (bramiti) per segnalare alle femmine ed ai maschi rivali la loro presenza. Per accoppiarsi i maschi infine ingaggiano furiose lotte con i rivali per il possesso delle femmine.
Di norma nella stagione primaverile il cervo si nutre di erbe fresche, di germogli, di foglie e ramoscelli, in estate preferisce nutrirsi di avena,carote,grano maturo e barbabietole, in inverno si accontenta di quello che la foresta gli concede,cortecce, arbusti e radici.

Cervo Volante

Cervo volante

Il cervo volante è, nello stesso tempo, il più grosso e il più impressionante coleottero europeo. Visto l'enorme sviluppo dell'apparato masticatore dei Lucanidi si potrebbe credere che siano feroci predatori, invece no, essi sono miti e incapaci di mordere. Il maschio porta un magnifico paio di tenaglie dentate ed armate di punte come le corna di un cervo, in virtù delle quali è stato battezzato col nome comune che tutti conosciamo e col nome scientifico di Lucanus cervus. La femmina, di dimensioni più modeste, ha pinze molto più corte, che oltrepassano di poco la parte frontale del capo. Questo incredibile coleottero appartiene alla famiglia dei Lucanidi, che raggruppa circa 1100 specie diffuse in tutto il mondo. Alcuni lucanidi hanno colorazioni brillanti ma nella maggior parte sono di colore scuro, bruni o neri.

Cinghiale

Cinghiale

E' diffuso in Europa, in asia e nel nord dell'Himalaya. Preferisce le regioni umide e paludose nelle foreste e della boscaglia, dove costruisce la sua tana fangosa scavandola nel terreno soltiamente riparata da una fitta macchia. Il cinghiale esce dal riparo per andare a procurarsi il cibo solo alla sera. Si nutre di ghiande, tuberi, insetti e vermi; in autonno mangia rape, legumi, castagne e patate. Il periodo degli amori inizia verso la fine di novembre e dura in genere tutto il mese, i combattimenti tra maschi sono frequenti, in genere sono i vecchi maschi che si riuniscono al gruppo per scacciare i giovani, per poi sedurre le femmine. Dopo circa 100 giorni dall'accoppiamento, la femmina da alla luce il piccolo.
Il cinghiale è un animale robusto, gli adulti possono raggiungere i 300 kili di peso, la sua conformazione e silie a quella del maiale domestico. Il pelo è costituito da setole lunghe e dure in genere di colore nero. Ha alcuni sensi molto svilluppati, in particolare l'olfatto e l'udito, che se ne serve per ricercare il cibo e per avvertire il pericolo.

Daino

Daino

Il daino appartiene alla famiglia dei Cervidi (Cervidae), all'ordine degli Artiodattili da cui deriva la definizione di ungulati, il suo nome scientifico è Cervus dama oppure Dama dama.

Il daino maschio raggiunge un’altezza al garrese di circa 90 cm. sono lunghi circa 150 cm. e possono pesare fino a 100 kg..
La femmina leggermente più bassa può raggiungere il peso di 60 kg.
Il colore del mantello può variare notevolmente tra i branchi selvatici e gli animali allevati da privati o presenti nei parchi.
Esistono alcune varietà che presentano un colore scuro tendente al nero ed altre di colore albino, bisogna tenere presente che il mantello varia anche in funzione delle stagioni.
Il colore naturale estivo è un bruno rossiccio con la presenza di alcune grandi macchie bianche, nei piccoli le macchie bianche sono particolarmente evidenti e numerose, il ventre è di colore chiaro.
Il colore del manto, nel periodo autunnale e primaverile, è di colore bruno scuro - grigiastro, il ventre resta chiaro e le macchie di colore bianco non sono più presenti.
Se osserviamo un daino dalla parte posteriore, la coda ed il bordo della culatta hanno la forma di una ancora capovolta.

Ghiandaia

Ghiandiaia

La ghiandaia (Garrulus glandarius), lunga circa 34 cm, ha un piumaggio bruno-rosato con coda nera, ali nere con una macchia bianca e una azzurra, e lunghe piume erettili striate di bianco e di nero sul capo. Sia il maschio che la femmina possono raggiungere un peso massimo di circa 192 grammi.

E' dotata di un becco più corto della testa, piuttosto grosso e leggermente uncinato all'apice.

E' un uccello irrequieto, fra i rami si muove con una notevole agilità, ha un forte timore degli uccelli rapaci, i quali non hanno difficoltà a prenderlo allorché si trova a volare in luoghi aperti.

Istrice

Istrice

L'istrice crestata appartiene alla famiglia degli Istricidi, è un roditore di mole cospicua (il più grosso in Europa) caratterizzato dall'avere il corpo e la coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza variabile nonché da robuste setole flessibili. Quest'ultime sono particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare delle vere e proprie creste (da qui il nome specifico); inoltre portano all'estremità della coda un ciuffo di brevi aculei, attaccati alla pelle a mezzo di uno stelo sottile.
Per natura tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questa fase, a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il nemico. Se questo ancora non si spaventa, l'istrice volge le terga e rincula verso di lui procurandogli serie ferite, dovute alla pericolosa capacità penetrativa dei suoi aculei, che possono raggiungere anche i dieci centimetri di profondità.
L'istrice è diffuso nell'Africa settentrionale e anche nell'Italia centrale e meridionale, dove venne probabilmente introdotta in epoca romana. In particolar modo lo troviamo nella Maremma toscana, nell'Agro romano, in Campania, nelle Puglie, in Calabria e in Sicilia.
È un animale molto schivo che ama i luoghi solitari boscosi e cespugliosi, dove a zone collinari si alternano campi coltivati, dense macchie e profonde forre. Come rifugio questi animali preferiscono occupare, ove possibile, qualche cavità naturale del terreno, delle rocce  o tane abbandonate da altri mammiferi. Se queste non sono disponibili, si scavano tane proprie quasi sempre nel folto di un bosco e con più di un accesso, di norma, ben celato ove la vegetazione è più intricata. Se non disturbate, gli istrici occupano la tana anche per lunghi periodi e spesso, in corrispondenza degli accessi alla tana, si osservano dei cumuli di terra di scavo, aculei e avanzi di cibo. Di frequente, tra questi avanzi, si trovano ossa e corna di mammiferi rosicchiati: questa è una loro necessità, in quanto essendo roditori devono usurare i propri denti incisivi su un substrato duro.

Lepre

Lepre

La lepre europea misura da 50 a 70 centimetri, cui vanno aggiunti circa 8 centimetri di coda. L'altezza al garrese è di 30 centimetri. Il peso oscilla da 3 a 6 chili. Il pelame risulta formato da una lanugine corta, folta e ondulata, e da lunghi peli spessi, leggermente ondulati. Presenta un colore fulvo misto a nero sul dorso. La parte ventrale, l'interno delle zampe e la parte inferiore della coda appaiono biancastri. Possiede orecchi lunghi circa 15 centimetri, i cui peli sono neri all'estremità. Ha occhi gialli. E' diffusa in gran parte dell'Europa, fatta eccezione per le regioni settentrionali, quali Scandinavia e Russia, l'Asia occidentale e l'africa orientale e meridionale. Pianure, boscaglie e colline sono i luoghi preferiti dalla lepre, che lì vive a coppie o da sola. La lepre è più notturna che diurna e si sposta nella campagna all'alba e al tramonto in cerca di cibo: trifoglio, erba medica, cavoli e rape. All'infuori del periodo della riproduzione, trascorre la giornata dormendo o sonnecchiando nel suo rifugio, che in genere è abbastanza ampio da nascondere quasi completamente l'animale: qui la lepre allunga le zampe anteriori, posa sopra di esse il capo con gli orecchi abbassati, e ripiega sotto di sè gli arti posteriori, lasciando scorgere al di sopra della buca solo parte del dorso. Il pelame è in genere dello stesso colore del terreno ove ha scelto la dimora, dissimulandola così agli sguardi indiscreti. La lepre risulta rapida nella corsa grazie alle zampe posteriori molto lunghe e al poderoso retrotreno. Corre meglio in salita che in discesa. La velocità in corsa di una lepre è stimata attorno ai 65 chilometri all'ora. Questa specie eccelle anche nei salti. I giganteschi orecchi della lepre sono un chiaro indice dello sviluppo del suo udito. Anche l'odorato appare buono, mentre la vista è debole. Udito e fiuto l'avvertono del minimo pericolo, ciò che la spinge a nascondersi o a fuggire con grande velocità. La stagione degli amori inizia a marzo. Litigi sanguinosi scoppiano tra i maschi per la conquista della femmina. La gestazione dura circa 40 giorni. La femmina della lepre può essere fecondata nuovamente pochi giorni prima di partorire i piccoli concepiti in un accoppiamento precedente: questo fenomeno è chiamato superfetazione. Le nascite hanno luogo fra marzo e ottobre. Ogni femmina partorisce 3 o 4 volte all'anno da 1 a 5 piccoli, caratterizzati da un ciuffo di peli bianchi sulla fronte. I piccoli vengono accuditi dalla madre per una settimana, allattandoli mattina e sera, dopo di che i leprotti diventano indipendenti, essendo la loro crescita assai rapida.

Lupo

Lupo

Il lupo (Canis lupus, Linnaeus 1758) è un mammifero placentato appartenente alla famiglia dei Canidi, ordine sistematico dei Carnivori.
Le dimensioni del lupo variano a seconda della sottospecie, ma generalmente questo animale ha la taglia di un grosso cane: i maschi, generalmente più grandi delle femmine, misurano da 135 a 170 cm di lunghezza, mentre l'altezza al garrese varia da 45 a 90 cm; 30-35 cm spettano alla coda. Il peso in genere è di 25-35 kg, anche se spesso raggiunge i 40-45 Kg.
Il mantello invernale ha pelo lungo e fitto e la colorazione tende al grigiastro, contrariamente a quello estivo in cui il pelame è corto, rado, poco denso e di colore marrone-rossiccio.
Una macchia bianca si estende ai lati del muso e sulle guance, mentre la punta della coda é nera. Nella popolazione italiana e in quelle mediterranee in genere, gli arti anteriori frontalmente sono sempre percorsi da una sottile striscia longitudinale scura. Le orecchie sono triangolari, arrotondate, erette e più corte che nel cane. Gli occhi sono in genere di colore giallo dorato o ambrato.

Mantide Religiosa

Mantide Religiosa

Mantide deriva dal greco Mantis-idos che significa profeta. E’ un genere di insetto Pterigota, chiamato volgarmente pregadio.
Le mantidi sono tutti insetti carnivori, che si nutrono di piccoli vertebrati.
Sono insetti molto voraci, la femmina è nota perchè divora il maschio.
La mantide religiosa è senza dubbio uno degli insetti più spettacolari della natura e gli uomini l’hanno da sempre considerata con timore e rispetto.
Con timore, perchè, guardandola da vicino, e dimenticando la sua eleganza naturale, siamo colpiti dall’aspetto mostruoso del suo capo.
Secondo molte credenze popolari la mantide porta il malocchio.
Il nome "mantis" che significa profetessa è già di per sè significativo.

Marmotta

Marmotta

La marmotta delle Alpi (Marmota marmota) è un mammifero appartenente alla famiglia degli sciuridi. E' parente dello scoiattolo ma al contrario di questo vive sul terreno e forma dei gruppi numerosi.  Vive a delle altitudini superiori ai 1.500 metri (spesso tra i 2000 e i 3000 metri), presso le pietraie al limite superiore della foresta, dove gli alberi si diradano e diminuiscono di grandezza. Oltre che nelle Alpi, si può incontrare ugualmente nei Carpazi e, dal 1948, è stata reintrodotta con successo anche nei Pirenei, da dove era scomparsa completamente agli inizi dell'era quaternaria.

La marmotta è un animale dal corpo tozzo e del peso di 5/6 Kg, misura circa 70 cm di lunghezza, dei quali 20 per la coda. È un plantigrado dalle zampe possenti e dai lunghi artigli con il muso largo e corto. La testa è grossa e rotonda e la posizione degli occhi gli consente di avere un largo campo visivo, mentre le sue orecchie sono piccole e tonde, quasi completamente nascoste nella pelliccia. Le numerose vibrisse sono necessarie per la sua vita sotterranea e i denti incisivi sono molto sviluppati (per i suoi dentoni assomiglia infatti allo scoiattolo). La coda è lunga, scura, pelosa e termina in un ciuffo nero. La pelliccia è folta e ruvida,  grigio-bruna sul dorso mentre la parte inferiore è di colore ruggine. La vita media della marmotta alpina è di 15-18 anni.

Merlo

Merlo

Il maschio è lungo fino a 25 centimetri e presenta un piumaggio in genere completamente nero o marrone scuro; il becco, e il contorno degli occhi sono di un giallo acceso tendente all'arancione. Le zampe sono brune e squamose. La femmina è, invece, di colore bruno scuro, con la gola più chiara, striata.

Micrommata

Micrommata

Il ragno presenta una livrea verde pastello di notevole impatto, a volte tendente all'ocra o giallo marcio, soprattutto durante i mesi freddi. L'addome è in genere più pallido del cefalotorace, tendente a tonalità gialle ed è caratterizzato, per le femmine, da una corta striscia verde che partendo dalla zona dorsale anteriore si dilunga a forma di fiamma fin verso il centro dell'addome. Gli occhi, disposti a corona, sono neri e piccoli, ma ben si notano per via del contrasto con la livrea verde. Gli esemplari femminili raggiungono i 12-15mm.
Il maschio adulto presenta un dimorfismo netto, soprattutto cromatico, rispetto alla femmina. E' riconsocibile dall’addome paglierino caratterizzato da una striscia mediana rossastra. La corporatura è più minuta (8-10 mm) e i palpi sono ben visibili e caratterizzati da un colore più scuro, quasi marrone.

Muflone

Muflone

Il muflone è l'unica pecora selvatica vivente in Europa. Vive sulle montagne della Sardegna e della Corsica. Il suo corpo è lungo circa un metro e trenta centimetri. Il pelo è molto corto e la lanugine arricciata tende a infoltirsi durante l'inverno. Sul petto invece i peli sono più lunghi dove si forma una specie di criniera. Il muflone è di colore bruno o rossastro, mentre il ventre, il muso e la parte inferiore delle zampe sono biancastre. Le sue corna possono raggiungere circa sessantacinque centimetri di lunghezza e quasi si toccano alla base, ma poi si allontanano e si incurvano obliquamente indietro e verso il basso. Nei mesi di dicembre e febbraio tra le montagne risuona l'eco dei colpi di corna che si scambiano i maschi, che si lanciano l'uno contro l'altro con molta violenza. I mufloni si radunano in branchi sotto la guida di una vecchia femmina, che segnala all'intero branco l'avvicinarsi di un pericolo, lanciando un caratteristico grido d'allarme. Ad aprile o maggio, cioè venti settimane dopo l'accoppiamento, la femmina dà alla luce uno o due piccoli, che presto la seguiranno ovunque. L’alimentazione è molto varia: nelle zone boscose bruca fogliame, ghiande e frutti, mentre in altre zone l’80% della sua alimentazione è costituita dalle graminacee e dalle leguminose prative. Il muflone è stato introdotto anche in numerosi paesi dell'Europa e dell'America.

Scoiattolo

Scoiattolo

Lo scoiattolo (Sciurus vulgaris) è un roditore di taglia medio-piccola (40 cm) della famiglia degli Sciuridae, che comprende molte altre specie come la marmotta e il cane della prateria.

In verità, al genere Sciurus e ai suoi parenti più prossimi appartengono diverse specie di animali che vanno sotto il nome comune di "scoiattolo". La specie più nota è certamente lo scoiattolo europeo, rosso col pelo del petto più chiaro. In Italia la varietà rossa arriva fino alla Tuscia e all'Umbria. Più a sud viene sostituita dalla varietà nera, caratteristica dei boschi dell'Appennino dall'Abruzzo all'Aspromonte (ma se ne trova una piccola popolazione anche a Villa Ada, al centro di Roma, da non confondersi con le tamie introdotte dall'uomo).

Lo scoiattolo è un animale arboricolo, abile saltatore, e per questo legato agli ambienti silvani. Si nutre di noci, ghiande, funghi e frutta, delle quali fa cospicue scorte durante la stagione estiva, immagazzinandole in dispense ben nascoste, per poi attingerne nei periodi di scarsità (salvo dimenticarsene, collaborando così alla disseminazione delle piante).

Tasso

Tasso

Il Tasso (Meles meles), il più grosso dei mustelidi italiani, è un plantigrado lungo non più di 80 cm, compresa la coda di circa 18 cm, caratterizzato da testa piccola ed allungata con muso corto ed appuntito, occhi piccoli e padiglioni auricolari arrotondati. Il pelo è molto folto, specialmente sulla coda, e presenta una tipica colorazione bianco-nera sul capo. Possiede una robusta dentatura e gli arti sono corti e forti con 5 dita munite di unghie lunghe adatte a scavare.

Le sue movenze sono lente e pigre, la sua andatura è incerta e pesante.

Le femmine si distinguono dai maschi per le dimensioni ridotte e per la tinta più chiara del pelo.

Viene cacciato per il pelo con cui si fanno pennelli.

Trota

Trota

La Trota (salmo trutta), un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Salmonidi dell'ordine degli salmoniformes, è diffusa in tutta Europa. È molto sensibile alle condizioni ambientali e vive solo in acque pulite, poiché non sopravvive all'inquinamento. Non bisogna dimenticare che la trota appartiene alla stessa famiglia dei salmoni e pertanto si può adattare benissimo anche alla vita in acqua salata. Al contrario dei salmoni la sua migrazione non è obbligata e scatta solo in presenza di determinati fattori genetici ed ambientali.

Un corpo allungato unitamente ad una muscolatura possente permettono alla trota un'elevata potenza di spinta nel nuoto. La trota è infatti capace di scatti notevoli e di risalire la corrente dei torrenti impetuosi di montagna.

Il dorso varia dal nerastro al verde oliva; i fianchi hanno invece una colorazione blu-argentea. Il ventre varia dal bianco al giallo chiaro. Sul corpo della trota sono presenti delle macchie marroni-nere e rosse di svariata dimensione.

Una particolarità è la presenza di una piccola pinna dorsale aggiuntiva detta pinna adiposa.

Può avere un peso da 1 Kg e arrivare fino a 15 kg in alcune zone, ma nei piccoli torrenti di montagna esemplari di 300-500 g sono già considerati eccezionali.

Spesso si sente parlare di "trota salmonata". Non si tratta di una sottospecie, ma solamente di trote il cui colore rosato della carne ricorda quello del salmone. Il colore dipende dalla dieta della trota che, negli allevamenti, è spesso scelta proprio per ottenere la colorazione rosata delle carni.

La trota di lago vive nei laghi d'acqua dolce nell'Europa settentrionale e centrale, sino a 1500 metri di altitudine. Nei laghi alpini si stabilisce sempre a profondità considerevoli e raramente si incontra a meno di quaranta metri dalla superficie. Le sue uova che sono gialle e grosse quanto piselli, vengono deposte in buche scavate nella sabbia nei torrenti. Questa trota è oggetto di una pesca intensiva in quanto la sua carne è particolarmente apprezzata.

Vipera

Vipera

La vipera comune (Vipera aspis) può misurare fino a 80 cm, ha una testa triangolare ben distinta dal corpo, la sua livrea va dal grigio al marrone, passando da tonalità rossicce. Il suo corpo è ricco di ritmici ornamenti trasversali scuri, che possono essere uniti tra loro creando una specie di zig-zag. Questa vipera predilige ambienti pietrosi, margini di boschi e pascoli alpini, dove può trovare topi, uccelli e lucertole dei quali si ciba.

Comportamento in caso di morso:
Tengo a precisare che se un serpente non viene disturbato, molestato o minacciato non verrà mai ad attaccarci o aggredirci. Generalmente la gente, che si fa mordere da uno di questi rettili, ha tentato di catturarlo, di ucciderlo o ha messo le mani tra pietre o cespugli senza accorgersi della presenza del serpente che, sentendosi minacciato, ha reagito come lo farebbe chiunque davanti ad un pericolo. I serpenti si difendono in diversi modi: la prima difesa consiste nel mimetismo; restando immobile, la biscia spera di passare inosservata; se il pericolo si avvicina troppo l’ofide fugge tempestivamente in un vicino rifugio. Se la fuga viene ostacolata ed il serpente è messo alle strette, egli incomincerà ha gonfiarsi per apparire più grosso e minaccioso, accompagnando il tutto da un rumoroso e ripetuto soffio. Se anche tutto ciò non scoraggia l’aggressore il serpente si difenderà mordendolo.
Da noi gli unici serpenti in grado di infliggere un morso velenoso sono le vipere, che comunque come già detto, non hanno alcun interesse nel mordere un essere umano, anzi il veleno è loro molto prezioso per procacciarsi il cibo. La vipera può inoltre decidere se usare una sola zanna oppure tutte e due e quanto veleno iniettare col morso, quindi non tutti i morsi di vipera hanno come conseguenza un avvelenamento.
Se ci si fa mordere da un serpente, che non si è potuto identificare, bisogna tener presente che il morso della vipera provoca un dolore locale abbastanza intenso e dei gonfiori, mentre quella dei colubri procura unicamente delle piccole escoriazioni. Il morso di vipera, oltre ai dolorosi effetti locali, può causarci una sensazione di malessere, diarrea e una caduta di pressione. Le persone che possono incorrere in maggiori complicazioni sono i bambini, gli anziani o chiunque abbia già una salute precaria, oppure se il morso è stato inferto in zone particolarmente delicate (collo, viso, vasi sanguigni …). Senza voler banalizzare la pericolosità di un morso di vipera, comunque, se si agisce in modo intelligente e tempestivo si evita il peggio, come lo dimostra il fatto che in Svizzera sono più di 30 anni che non si verifica un decesso causato dal morso di un serpente indigeno.

Per evitare complicazioni e di far più danni dell’avvelenamento stesso, quando ci si fa mordere da una vipera bisogna tener presente di:

  • Mantenere la calma per evitare un accelerazione del flusso sanguigno che faciliterebbe la propagazione del veleno.
  • Fasciare ed immobilizzare la zona o l’arto colpito, come si farebbe nel caso di una frattura, ma non bloccare la circolazione sanguigna.
  • Disinfettare il punto morsicato.
  • Andare al più presto da un medico o in ospedale, dove spiegheremo l’accaduto.

I comportamenti da evitare ad ogni costo sono:

  • tagliare
  • cauterizzare
  • applicare ghiaccio o succhiare la zona morsicata;
  • somministrare un siero antiofidico;
  • fare un laccio emostatico;
  • agitarsi, far sforzo fisico e ingerire alcolici.

Volpe

Volpe

La volpe è un canide di medie dimensioni (lungo da 65 a75 cm). Ha il muso lungo e affusolato, le orecchie dritte, appuntite e nere nella parte posteriore e le zampe corte. La coda è lunga (da 35 a 45 cm ) e molto folta solitamente con la punta bianca. Presenta una grande variabilità sia individuale sia geografica. Il manto, per esempio, è generalmente di un ricco rosso scuro anche se varia da un individuo all'altro, sia da una zona all'altra. Generalmente il dorso va dal bruno rossiccio al grigio con i fianchi più chiari. La regione ventrale è bianco-grigia. Di norma in inverno è di colore più scuro che in estate. Il mantello è formato da peli lunghi, come ad esempio quelli della coda che arrivano a 87 cm.
E' diffusa in tutto l'emisfero nord. E' assente nelle zone desertiche degli Stati Uniti e del Messico e nel Sahara. E' presente in tutta l'Italia anche se è poco comune nella pianura padana.
E' il carnivoro selvatico più diffuso e con più vasta zona di distribuzione.
Può prosperare negli habitat più svariati (dal livello del mare fino a 3200 m): vive principalmente nei boschi, ma si può rinvenire anche in brughiere aperte, in montagna e nelle campagne coltivate. E' diffusa nelle città che presentano vaste zone a giardino come in Inghilterra.
E' un animale notturno, ma dove vive indisturbata è attiva anche di giorno. Durante il giorno si ripara sotto i cespugli, in piccoli fossi, nelle tane scavate da lei stessa o in tane di tasso e di istrice abbandonate, in città può nascondersi nei giardini o tra il materiale di scarto.
Si nutre di lepri, conigli, roditori, ricci, ma tende ad escludere i toporagni e le talpe. Mangia insetti, uccelli, uova, lombrichi, carogne e rifiuti. In estate e in autunno integra la sua dieta con frutta e bacche. Le sue esigenze alimentari sono di circa 500 gr. di cibo al giorno.

Zygaena

Zygaena

Zygaena è un genere di farfalle della famiglia delle Zygaenidae. E' l'unico genere paleartico della sottofamiglia delle Zygaeninae e comprende 96 specie. Altri 8 generi, ritenuti più primitivi e costituiti in tutto da 23 specie, sono diffusi nella regione afrotropicale e in quella orientale.

Ultima modifica: martedì, 14 novembre 2023

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